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Un blog di avventure vissute, viaggi, esperienze fuori dall’ordinario in tanti paesi, opinioni e indicazioni. Il mondo è differente: clima, gente, natura, erroneamente pensiamo che il mondo sia più o meno uguale ma non è cosi. La vita può essere enormemente ricca di nuove esperienze, di scoperte e d’intense avventure. La televisione di reportage esotico non basta, la conoscenza da Xerox è illusoria perchè la mappa non è il territorio, al contrario l’esperienza del nuovo e l’antropofagismo culturale amplia la mente e dissolve il conformismo. Sperimentiamo l’intenso così da poter dire: "Ho vissuto cose che voi legati al mediocre conosciuto non potete neanche immaginare".

lunedì 14 maggio 2012

ESPERIENZE VISSUTE: CERCO CASA A RIO DE JANEIRO



Io e mia moglie Josi stavamo cercando casa e un punto commerciale da affittare a Rio de Janeiro.
Nelle nostre città italiane la differenza tra un quartiere ed un altro non è così grande come può essere in una grande città brasiliana. 
Certo, se abitate a Milano in periferia, facciamo alla Bovisa, non è come abitare in via dei Giardini dietro a via Manzoni, ma la differenza non è così marcante come può essere a Rio de Janeiro tra una favela come la Rosinha o nella "Baixada fluminense" ed un quartiere della zona sud come Ipanema o Gavea.
Vi sono zone a Rio dove non si va ad abitare a meno che non si sia trafficanti di armi o di droga.
C'è poi il problema delle distanze e del traffico: di mattina nelle ore di punta spostarsi tra una zona ed un'altra della città (10 milioni di abitanti) può voler dire 4 ore di viaggio, altrettante alla sera, non si può vivere ad ovest e lavorare ad est, cioè molti lo fanno ma hanno l'elicottero e noi per il momento avevamo solo l'autobus. 
Ne io ne Josi conoscevamo Rio e quindi andavamo un po alla cieca e all'inizio perdemmo inutilmente un sacco di tempo.
Leggevamo gli annunci sul giornale e segnavamo quelli che ci sembravano interessanti: <...hei, guarda qui, c’è una casa in affitto con giardino, muro alto, sala, due camere...il prezzo è buono, andiamola a vedere...>.
Studiavamo la cartina della città, identificavamo con che serie di mezzi pubblici si arrivava sino a lì e partivamo speranzosi. 
Ore di viaggio, dico ore sugli autobus, quando arrivavamo eravamo stremati, ci guardavamo intorno e capivamo che neanche alla lontana appartenevamo a quel luogo, mia moglie mi proibiva di parlare che per lo meno non venissero tutti a sapere che ero proprio straniero, europeo addirittura, uno di quei gringos che vengono dall'altra parte del mondo per farsi spennare ed arrostire subito subito.
Non potete aver idea dove a volte capitavamo,  ci facevamo piccolini sperando nel dono dell'invisibilità e quatti quatti, bassi bassi, in punta di piedi, salivamo sul primo autobus che se ne andava da lì, sotto gli sguardi di tutti ma approfittando del loro stupore e sorpresa dovuti alla fortuna di vedersi improvvisamente due vittime sacrificali che gli cadevano dal cielo. I gonzi settimanali.
Quando l'autobus ripartiva e gli eravamo ormai sgusciati dalle dita non si erano ancora ripresi dallo shock. Ci sembrava di captare i loro pensieri: <Perbacco, sti gringos stanno diventando furbi...>.
Ci trattenevamo dal fargli le pernacchie dai finestrini, prrrrr... prrrr...
esperienze vissute, Rio de Janeiro, Brasile, favelas, Copacabana, viaggi avventurosi, viaggi nel mondo,
Quando tornavamo nel nostro appartamentino a Copacabana ci mettavamo in costume da bagno ed
andavamo in spiaggia distante solo 200 metri. Ci sedevamo in uno dei tanti chioschi che vendevano noci di cocco fresche, ne tagliano la fetta superiore col machete, poi tanto ghiaccio e cannuccia, super! Stare seduti lì a godersi la brezza, guardare il mare e berci i nostri drinks  ci ripagava dalle fatiche della giornata. Se poi aggiungete la buona musica e la vista delle ragazze che passavano in costume “filo dentale” capirete la mia delizia.
A Rio de Janeiro molti di coloro che vivono vicino alle spiagge fanno così. Tornano dal lavoro, si cambiano e scendono in spiaggia, ogni giorno, una bellezza.


Noi a Milano usciamo sul balcone di casa oppure nel mese d’agosto andiamo in gita a Lambrate ma non è la stessa cosa.
Sulla grande Avenida Atlantica che costeggia le spiagge con gli ampi marciapiedi si vedono passare ogni tipo di persone, per noi spesso abbigliate nelle forme più inusuali. In Brasile in generale le persone danno meno importanza a come si vestono che non in Italia. Nello Stato della Bahia non ne parliamo, il direttore di banca va al lavoro in ciabatte, pantaloncini corti e canottiera che nel suo ufficio si toglie appena può per mettersi comodo e ricevere i clienti importanti mentre mastica uno stuzzicadenti.
Forse solo la città di São Paulo ha lo stesso ristretto conformismo del vestirsi “per bene” simile al nostro. Non conosco Brasilia. A Rio de Janeiro invece l’esasperata cultura dell’apparenza si dirige semmai alla cura fisica del corpo. Se lo scolpiscono in palestra e facendo sport sulla spiaggia.
Ne sono orgogliosi e lo mostrano il più possibile, come noi invece mostriamo il nostro “look” alla moda di Dolcino e Gobbino (o preferite il doppio petto blu del nostro psiconano nazionale?).
Rio de Janeiro ha queste due facce: è una vera grande metropoli e contemporaneamente è pure una vera città di spiagge, mare, vacanza.

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