Nel post PRATICA DI SOPRAVVIVENZA(SURVIVAL) avevo iniziato l'esposizione di questa attività che non si può effettivamente definire "sport". Ecco la continuazione in questo PRATICA DI SOPRAVVIVENZA (SURVIVAL)2
Non è un luogo da viverci per noi abituati a ben altre cose. Il deserto non è solo grandi dune di sabbia finissima, tipo borotalco ma distese di pietraie, orizzonti infiniti, polvere e tempeste improvvise di sabbia, il temibile ghibli.
Iimmaginate un vento caldo… poi improvvisamente non si vede più nulla! La sabbia densa come la nebbia crea un paesaggio surreale. Poi una grande luminosità, che non sempre vi permette di vedere gli ostacoli in tempo.
Le temperature sono molto elevate. Se appoggiate una mano sulla sabbia, vi scottate. Siamo nell’ordine di circa 60 gradi centigradi. Se per caso trovate un posto ombreggiato, ma non ve ne sono, preparatevi a sopportare temperature di 45 gradi centigradi.
Di notte le temperature scendono notevolmente, ma lo spettacolo è impagabile con cieli così incredibilmente stellati. Sempre con una buona scorta di acqua, generi alimentari e guide locali capaci di girare nel deserto. Tramonti dai colori struggenti, il the nel deserto preparato dai Tuareg è molto più di una semplice tradizione! Anni fà avevo un amico che considerava il Sahara il più bel luogo del mondo, appena poteva passava lì giorni, settimane. Vi viaggiava con una vecchia
Pegeot 404, secondo lui la migliore automobile all’epoca per affrontare il deserto. In Italia invece non aveva l’automobile, aveva invece un piccolo monomotore che usava per spostarsi nei lunghi percorsi. Atterrava e decollava in un grande terreno difronte casa.
Come detto in precedenza il deserto non rappresenta il nostro ambiente naturale. Qui bisogna coprirsi quasi totalmente come fanno i Tuareg, sapete perché sono chiamati gli uomini blu? Dal colore (blu) lasciato sulla loro pelle, dai capi d’abbigliamento indossati.
Non è vero che nel deserto non ci sia vita… basta aspettare la sera, quando il sole è calato, è all’ora che i pochi animali che lo abitano si muovono, anche questa è una strategia di sopravvivenza. Nel deserto bisogna bere molto, e senza aspettare di avere sete, questo per evitare di incorrere in colpi di calore.
Le oasi non sono l’unico posto dove trovare l’acqua, ci sono i pozzi ma se non avete una fune di almeno 10 metri con voi, l’acqua la potete solo vedere! Il gusto è diverso ma quando si ha sete…
A fianco dei pozzi vi sono dei recipienti fatti con le camere d’aria di camion, vi legate la fune, calate il recipiente e portate in superficie l’acqua.
Un tempo navigare con la bussola non era semplice; dovevi sapere, dove ti trovavi e poi dove eri diretto. Ora la tecnologia c’è venuta in aiuto con sistemi di GPS.
L' abbigliamento va scelto con cura, prediligendo capi tecnici, specifici, vestitevi a strati per il luogo in cui andrete.
Pianificate bene l’itinerario, da seguire, e organizzatevi per tenere collegamenti radio, è una delle cose più importanti.
Non lesinate sugli alimenti da portare con voi, ma scegliete quelli giusti.
Andate armati, perché il pericolo rappresentato da animali (vedi Orsi Polari) non sono una cosa remota… Il loro cibo (pesci) si trova sotto il ghiaccio, voi sopra! Sembra strano, ma in questi luoghi ricoperti di ghiaccio, non è disponibile acqua da bere allo stato liquido!
Dovete essere in grado di accendere un fuoco per sciogliere il ghiaccio. In questi luoghi estremi si può “morire dolcemente”, addormentandosi al freddo. Anche qui c’è molto da imparare dalle popolazioni locali, magari prima di partire per queste spedizioni, imparate come costruire un riparo di fortuna, tipo un igloo.
Qui abbiamo alberi molto alti, circa 50 metri, ma sotto crescono molte piante, rendendo il sottobosco privo di sole. Non è propriamente un ambiente adatto al trekking come lo intendiamo noi.
La presenza di animali pericolosi è notevole, oltre a serpenti ci sono insetti e persino farfalle letali, sabbie mobili ecc.
Quindi se proprio volete attraversare la foresta Amazzonica, scegliete una via d’acqua. L’eventuale viaggio prevede l’allestimento di un campo, qui non deve mancare l’amaca, zanzariera è l’indispensabile telo termico. In questa situazione naturale piove molto ma pure l’umidità è notevole, per cui bisogna bere molto.L’acqua reperita, va sempre purificata, anche quando si usa per lavarsi. Nelle foreste definite secondarie, abbiamo un tipo di vegetazione più bassa ma molto intricata, difficilmente si può fare un percorso lineare. Qui serve un macete per farsi “strada”, attenzione ai serpenti e altri animali. Di certo è che nella jungla non si è mai a proprio agio.
Nelle ore notturne ci sono i Leopardi a rendervi il sonno poco tranquillo Per queste ragioni se visitate un Parco Nazionale, sarete sempre accompagnati da guide che non vi faranno scendere dai mezzi.
Nella Savana sembra paradossale ma di notte è più sicuro dormire all’aperto per avere la possibilità di scappare in caso di pericolo imminente. Cosa che non è possibile se vi trovate dentro una tenda. Un buon fuoco e rami spinosi possono essere un buon riparo da animali feroci. Uno dei pericoli maggiori nella Savana è rappresentato dagli incendi, qui le sterpaglie secche bruciano molto velocemente.
Il mare è come un deserto liquido, in cui si può morire di sete se non si anno gli strumenti per dissalare l’acqua e renderla potabile. Vanno aggiunti il freddo notturno, vento forte e burrasca, e le alte onde. Pure il nostro comportamento a determinare le situazioni di maggiore pericolo.
Lo zaino è da scegliere con cura, molte persone inesperte nel trekking, tendono a commettere l’errore di portare con sé materiale inutile. Lo zaino ideale è fatto in modo da distribuire il peso su più punti del nostro corpo e fare circolare l’aria sulla schiena.
Coltello, non farsi influenzare da quelli multiuso, dotati di molti accessori, basta acquistarne uno robusto, la cui lama sia dotata di blocco una volta aperto.
Accendino, può essere a gas, ma se prendete con voi dei fiammiferi, sceglierli antivento, il cappuccio di zolfo può essere impermealizzato con della cera.
Candela, può servire per accendere un fuoco, o volendo per impermealizzare delle cose in caso d’emergenza. Le candele squadrate occupano meno spazio nello zaino.
Telo termico, è una “coperta” di alluminio, piegata risulta essere di piccole dimensioni, può ripararci durante una nottata all’aperto, evitando il congelamento. Serve anche come riparo dalla pioggia o dal sole.
Torcia elettrica, da preferire il tipo frontale (da minatore) così da lasciare libere le mani. La torcia deve essere impermeabile, con batterie di lunga durata.
Cordino da alpinismo, di lunghezza variabile di alcuni metri, con un diametro di 3 mm, serve per fissare meglio la tenda in caso di forte vento. Si può usare per asciugare panni, o appendere altri oggetti, una volta fissato a due rami. Un suo uso estremo che se ne può fare, qualora sia sfilacciato, è quello di usarlo per fare delle cuciture.
Filo di rame oppure ottone, per riparazioni varie.
Aghi e filo da cucire.
Matita nera, tipo quella da muratore, scrive su qualsiasi superficie, anche se dovesse essere umida.
Bussola
Kit di pronto soccorso, si trova anche di piccole dimensioni.
Deve essere di dimensioni contenute, ma non devono mancare le seguenti cose:
Pinzetta, per togliere eventuali piccole spine, da rimuovere all’istante per evitare eventuali infezioni.
Cerotti, comprare quelli di sutura che si trovano in farmacia, servono a cicatrizzare meglio le piccole ferite.
Laccio emostatico, per arrestare eventuali emorragie.
Lametta da bisturi, per incidere eventuali vesciche.
Bende e garze sterili, da usare per medicare le ferite, per un uso estremo, si possono usare per filtrare l’acqua non propria pulita.
Amuchina da impiegare come disinfettante.
Aspirina, con questo medicinale se ne fanno diversi usi, è un ottimo antidolorifico, in polvere serve a cicatrizzare le ferite, sciolta in acqua va bene in caso di punture d’insetti.
Collirio, in confezioni mono dose.
Piccola spugna, per pulire una ferita o raccogliere acqua.
Zucchero, rappresenta una riserva di calorie.
Questi generi di pronto soccorso, vanno tenuti in una confezione stagna, tipo alluminio e sostituiti una volta l’anno. Per eventuali spedizioni in zone remote, aggiungere altri medicinali più specifici da scegliere consultando un medico, che vi dirà quali prendere ha secondo della vostra destinazione.
Poncho, non solo ripara dalla pioggia ma può essere utile per raccogliere l’acqua, costituire un riparo d’emergenza ecc.
Cappello, ripara dal sole e dalla pioggia, va scelto in base al luogo, dove si vuole andare.
Crema solare , da scegliere in base al luogo dove si va, in più portare un proteggi labbra.
Sali minerali, servono a reintegrare nell’organismo quelli persi per l’attività fisica fatta e per rendere dissetante l’acqua ottenuta dallo scioglimento della neve.
Siringa aspira veleno.
Telefono cellulare, serve anche per essere localizzati in caso di emergenza.
Calzature e abbigliamento
Le calzature devono rispondere a quattro caratteristiche fondamentali: essere confortevoli, garantire una buona traspirabilità e tenuta all’acqua, essere leggere. Secondo il terreno che si calcherà, sarà scelta una calzatura adeguata alla situazione.
Abbigliamento.
Va scelto in base al viaggio da fare e tenendo conto della durata del medesimo. Come prima cosa scegliere capi che permettano la traspirazione, è bene vestirsi a “cipolla”, in altre parole multistrato.
Nessun commento:
Posta un commento